Il contributo dei probiotici per lo sportivo

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I probiotici sono in grado di offrire molteplici effetti positivi sull’intestino dello sportivo, professionista o dilettante.

La riporta evidenze crescenti sulle capacità di alcuni ceppi probiotici di stimolare le difese naturali dell’organismo associate all’intestino: l’assunzione quotidiana e regolare di alimenti probiotici ha un effetto preventivo nei confronti dell’insorgenza di infezioni alle alte vie respiratorie.

Non solo. I probiotici contribuiscono anche a favorire l’equilibrio del microbiota o flora intestinale, come indicato dalle .

Come indica l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la pratica regolare di un’adeguata attività fisica è uno strumento insostituibile per contribuire al benessere fisico dell’individuo e un’ importante strategia di prevenzione delle più diffuse patologie cronico-degenerative che affliggono una larga parte della popolazione mondiale.

Tuttavia, come documentato dalla , programmi di allenamento intenso, rendono lo sportivo più suscettibile alle infezioni delle prime vie respiratorie, ai disordini gastrointestinali e alle sindromi influenzali. Questi sono considerati fattori favorenti l’insorgenza della Sindrome da Sovrallenamento (Overtraining).

È stato osservato, inoltre, che lo stress fisico può alterare l’equilibrio del microbiota, riducendo i batteri benefici (come bifidobatteri e lattobacilli) e aumentando quelli potenzialmente dannosi. Questo è il motivo per cui spesso lo sportivo, pur essendo nella maggior parte dei casi un soggetto sano, accusa discomfort e malessere intestinale.

Nel 2011 Gleeson e collaboratori hanno pubblicato i risultati di uno studio clinico (randomizzato in doppio-cieco controllato vs placebo) condotto per valutare l’effetto dell’assunzione di probiotici sull’incidenza di infezioni alle alte vie respiratorie in atleti, maschi e femmine, impegnati in attività fisiche di resistenza.

Gli atleti reclutati sono stati divisi in due gruppi che hanno ricevuto nei quattro mesi invernali di allenamento una bevanda di latte fermentato contenente il ceppo Lactobacillus casei Shirota (6,5×109 CFU, 2Xdie) oppure un placebo.

Al termine dello studio nel gruppo placebo il numero di episodi di infezione alle vie respiratorie superiori è risultato significativamente più elevato nel gruppo placebo rispetto al gruppo probiotico (P<0.01). Mentre non sono state riscontrate differenze significative nella severità e nella durata dei sintomi tra i due gruppi. Inoltre la concentrazione di IgA salivari è risultata più elevata nel gruppo probiotico rispetto al gruppo placebo (P=0.03).

Questi risultati suggeriscono che l’assunzione regolare di alcuni probiotici, in questo caso specifico del ceppo Lactobacillus casei Shirota, può svolgere un ruolo positivo nel ridurre la frequenza di infezioni alle vie respiratorie superiori in soggetti che svolgono un’attività fisica intensa.

Quando e per quanto tempo lo sportivo dovrebbe assumere un latte fermentato con Lactobacillus casei Shirota?

In qualsiasi momento della giornata, come una buona abitudine quotidiana e come parte integrante di un’alimentazione sana e bilanciata, per un periodo di almeno 15 giorni. Può essere inserito, ad esempio, all’interno della prima colazione o come spuntino durante la giornata.

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Nel 1930, all'Università di Kyoto in Giappone il Dott. Minoru Shirota – microbiologo e ricercatore della facoltà di Medicina e fondatore di YAKULT – selezionò e coltivò un particolare fermento lattico, tanto forte da resistere ai succhi gastrici e giungere vivo nell'intestino, favorendo così l'equilibrio della flora intestinale.
Questo fermento fu chiamato L. casei Shirota (LcS), in suo onore.

YAKULT è presente oggi in 40 Paesi al mondo e viene consumato da oltre 40 milioni di persone

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