A livello del nostro intestino è presente un vero e proprio secondo cervello, un sistema molto complesso e sofisticato che è in grado di comunicare con il sistema nervoso centrale.
La componente principale di questo secondo cervello è il sistema nervoso enterico, una rete inestricabile di oltre cinquecento milioni di neuroni concatenati tra loro e distribuiti per oltre nove metri lungo tutto l’apparato digerente. Anche il microbiota intestinale, ovvero l’insieme dei microrganismi (batteri, e miceti) e virus che popolano l’intestino umano, gioca un ruolo fondamentale, poiché influenza profondamente la comunicazione intestino-cervello.
È noto a tutti come una condizione di benessere a livello intestinale si rifletta sullo stato mentale, determinando una condizione di buon umore. Tuttavia, è vero anche il contrario: condizioni di stress e stati d’ansia provocano delle modificazioni della composizione del microbiota intestinale, determinando una condizione di disbiosi e malessere intestinale.
“Agire di pancia”, “ridere di pancia”: sono solo modi di dire o vi è un fondamento scientifico? La ricerca degli ultimi anni suggerisce la seconda risposta. Recenti evidenze scientifiche sottolineano infatti l’esistenza del gut-brain axis (asse intestino-cervello), ovvero la via di comunicazione bidirezionale che collega intestino e cervello, all’interno della quale il microbiota intestinale riveste un ruolo fondamentale
Il dottor Peter Konturek del Dipartimento di Medicina del Teaching Hospital of the University Jena, in Germania, autore, con alcuni collaboratori, di un articolo sul tema pubblicato sul Journal of physiology and pharmacology chiarisce questo meccanismo: “Ci sono prove del fatto che sono proprio i batteri intestinali ad aiutare a mantenere il contatto bidirezionale tra le componenti dell’asse cervello-intestino. In altre parole, lo stress modifica la flora batterica, ma è vero anche il contrario, ossia che i batteri dell’intestino possono avere un profondo effetto sull’asse cervello-intestino e possono modulare la motilità, la permeabilità e la sensibilità dei visceri». “Il microbiota intestinale agisce come un vero e proprio “direttore d’orchestra”- afferma il Professor John F. Cryan, docente di Neuroscienze allo University College di Cork in Irlanda – come un perno fondamentale di questa comunicazione, producendo dei neurotrasmettitori che agiscono a livello cerebrale attraverso il nervo vago e scambiando dei messaggi ormonali con le cellule della mucosa intestinale”.
Esiste allora una modalità che possa contribuire a gestire stress e stati d’ansia?
La modulazione del microbiota intestinale attraverso l’assunzione di probiotici potrebbe rappresentare una strategia totalmente innovativa per il trattamento di disturbi psichiatrici e neurologici, fra cui ansia, depressione e autismo, un approccio che Cryan definisce “psicobiotico”.