Nei pazienti affetti da malattie croniche intestinali (IBD), ansia e depressione sono frequenti cause di una sensibile riduzione della qualità di vita.
Uno studio pubblicato questo mese su Inflammatory Bowel Diseases attribuisce possibili effetti positivi in tale ambito alla pratica della mindfulness, una tecnica di meditazione che insegna a concentrare l’attenzione sul presente per aumentare la consapevolezza delle esperienze che viviamo, senza che subentrino meccanismi di giudizio.
Nello studio, 27 pazienti IBD – affetti da colite ulcerosa o morbo di Crohn mediamente da 11 anni – hanno seguito per 2 mesi un programma di riduzione dello stress basato sulla meditazione mindful e adattato al quadro clinico delle IBD.
Per questi pazienti, sono stati valutati i punteggi di salute mentale e qualità di vita in 3 tempi diversi: prima dell’inizio del programma di meditazione, alla fine del medesimo, e a distanza di 6 mesi.
I dati ottenuti sono stati poi confrontati con quelli di altrettanti pazienti non sottoposti al programma di meditazione, che hanno continuato invece il trattamento usuale.
I partecipanti al percorso di mindfulness hanno mostrato sia una maggiore riduzione dei punteggi di ansia e depressione, sia un miglioramento nella qualità di vita in entrambe le dimensioni fisica e psicologica.
Ancora dopo 6 mesi, si manteneva statisticamente significativa la riduzione della depressione e continuava a registrarsi un aumento della qualità di vita.
Questi risultati di efficacia sulla salute mentale nell’IBD si accompagnavano infine a un grado di soddisfazione elevato, da parte dei pazienti, nei confronti dell’intervento basato sulla mindfulness.
Il Dr Castle, psichiatra al St. Vincent’s Hospital di Melbourne, autore dello studio, commenta così questi risultati “Questo lavoro rinforza l’interazione tra gli aspetti fisici e mentali del funzionamento dell’organismo, e sottolinea l’importanza di affrontarli entrambi nei nostri pazienti”.
Aggiunge inoltre: “Lo studio fornisce l’evidenza della fattibilità e dell’efficacia di un intervento basato sulla meditazione, adattata al quadro specifico, nell’ambito del trattamento delle malattie croniche intestinali”.
Epidemiologia delle IBD in Italia
Secondo i dati della Società Italiana di Medicina Generale ottenuti da un’indagine su oltre 300 MMG per un totale di circa 500.000 assistiti, la prevalenza di IBD in Italia si aggira intorno ai 250 casi ogni 100.000 abitanti.
Il 70% dei pazienti IBD sono affetti da colite ulcerosa, mentre il restante 30% da morbo di Crohn.
I trattamenti farmalogici maggiormente prescritti sono risultati steroidi e mesalazina.
La complicanza extraintestinale più rilevante è risultata essere l’osteoporosi, registrata nell’8% dei casi, mentre il 5% dei pazienti IBD ha sviluppato neoplasie.
Da decenni le diagnosi di nuovi casi malattie croniche intestinali sono in aumento, con un esordio generalmente tra i 15 e i 45anni.