L’utilizzo di prodotti alimentari come coadiuvanti per promuovere la perdita di peso ha limitate, se non assenti, evidenze scientifiche.
Da tempo spopolano nei supermercati, nelle farmacie, in televisione e online alimenti, bevande ed integratori che millantano proprietà dimagranti, in grado di accelerare il metabolismo o bruciare i grassi.
Purtroppo, l’efficacia che questi prodotti possono offrire nella perdita del peso è limitata, se non pressoché nulla. Qualora ci fosse, potrebbero aiutare ad arginare una delle più preoccupanti epidemie globali del nostro tempo, così definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, cioè l’obesità.
Non dovrebbe stupire, però, come ancora oggi sono molti i pazienti o i soggetti che si affidano a queste soluzioni con la speranza di perdere peso.
Dimagrire, infatti, non è un processo semplice, richiede costanza e determinazione ed è proprio facendo leva su questi aspetti che tali prodotti vengono pubblicizzati, spesso promettendo perdite di peso in tempi brevi e senza dover faticare.
Le evidenze scientifiche e le esperienze cliniche, al contrario, dimostrano come le determinanti fondamentali per la perdita di peso vedano la combinazione di due fattori: una dieta con un introito calorico moderatamente inferiore al dispendio energetico, in grado di mantenere un bilancio energetico in negativo, e un’attività fisica costante (1).
Tra i prodotti alimentari che più spesso vengono reclamizzati come brucia grassi, acceleratori del metabolismo o inibitori dell’assorbimento dei grassi compaiono tè, tisane, integratori contenenti alcune molecole come la caffeina e la carnitina e, tra gli alimenti, il podio spetta all’ananas!
E per alcuni di questi, delle evidenze scientifiche che ne dimostrino l’effetto esistono (2). Nonostante ciò, il problema reale sta nel comprendere se nell’uomo siano realmente utili a raggiungere l’obiettivo, ovvero promuovere la perdita di peso.
Inoltre, supponendo che lo siano, in che proporzione incidono rispetto ad una dieta correttamente impostata in un regime ipocalorico e all’attività fisica?
A questi quesiti gli studi scientifici attuali non hanno ancora dato risposte convincenti.
Se comunque ci fosse qualche paziente curioso di scoprire se l’ananas riesca a bruciare i grassi, la risposta è, ovviamente, negativa. Il mito nasce dall’erronea credenza che una sostanza contenuta nel frutto, chiamata bromelina, sia in grado di sciogliere i grassi. In realtà, si tratta di un complesso enzimatico con attività proteolitiche, che favorisce in piccola parte la digestione delle proteine introdotte con la dieta, promuovendone l’assorbimento senza intaccare il metabolismo dei grassi (3). Oltretutto questo composto è contenuto principalmente nel gambo, cioè la parte che si scarta quando si consuma l’alimento (4).
Riferimenti bibliografici:
- Ramage S. et al. Healthy strategies for successful weight loss and weight maintenance: a systematic review. Applied Physiology, Nutrition, and Metabolism. 39(1): 1-20 (2014)
- Jeukendrup A. E. et al. Fat burners: nutrition supplements that increase fat metabolism. Obes Rev. 12(10):841-51 (2011)
- Pavan R. Properties and Therapeutic Application of Bromelain: A Review. Biotechnology Research International. (2012)
- Ramli A. N. Bromelain: from production to commercialisation. J Sci Food Agric. 97(5):1386-1395 (2017)