Qualsiasi alimento, nelle giuste porzioni, può far parte di una sana alimentazione. Pertanto 1-2 porzioni al giorno di latte (125 ml) possono essere consumate senza recare danni alla salute. (1)
Probabilmente il latte è uno tra gli alimenti sul quale è possibile trovare in rete e non solo informazioni contrastanti, c’è chi sostiene che fa male e chi fa bene.
Ma cosa ci dicono le evidenze scientifiche?
Le principali accuse rivolte a questo alimento, tali da escluderlo dalla dieta, sono il suo ruolo nell’aumento del rischio dell’insorgenza dei tumori e dell’autismo.
Tuttavia, la nutrizione è una scienza difficile da studiare. Estrapolare un singolo alimento o un singolo nutriente dalla dieta di un individuo e associarlo al rischio di malattie definite multifattoriali lo è ancora di più. Cerchiamo quindi di fare chiarezza.
Nel recente report del World Cancer Research Fund International, il gruppo di esperti afferma che il consumo di latte e derivati svolge un probabile ruolo protettivo per il tumore al colon-retto, seconda forma tumorale più frequentemente diagnosticata in Italia. (Rapporto AIOM-AIRTUM i numeri del cancro)
Le evidenze sul tumore del seno sono più deboli, comunque la tendenza vira sempre per un ruolo protettivo. (2)
Mentre per quanto riguarda il tumore alla prostata le evidenze sono contrastanti. Una meta-analisi del 2014 pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition ha mostrato un rischio più alto di sviluppare la malattia in chi consumava quantità maggiori di prodotti lattiero-caseari, ma una significativa associazione inversa con il consumo di latte intero. (3)
Contrariamente, un recente studio uscito sul Journal of Clinical Oncology ha evidenziato un legame tra il consumo di latte intero e un aumento del rischio di recidiva in coloro con cancro alla prostata, in particolare in soggetti in sovrappeso o obesi. Coloro che presentano tale patologia e scelgono di consumare latte, dovrebbero prediligere quello scremato. (4)
Sono necessarie ulteriori indagini per individuare il ruolo del latte e derivati nei confronti del cancro alla prostata. A seconda del contenuto di grassi, il consumo di latte è considerato (o meno) come un fattore associato ad un aumento del rischio di questo tipo di cancro negli uomini.
Volgendo lo sguardo sull’altra malattia imputata, in questo caso si può parlarle di un caso di disinformazione. La notizia è stata diffusa da un’organizzazione no profit che sostiene i diritti degli animali. (5)
Le evidenze però parlano chiaro, non ci sono associazioni tra consumo di latte e insorgenza di autismo. Come conclude una revisione sistematica, condotta nel 2014, i dati su tale argomento sono deboli e limitati. (6)
Quindi, le istituzioni nazionali ed internazionali, ad oggi, non hanno motivo per creare allarmismi e suggerire l’esclusione dalla dieta del latte e dei suoi derivati.
Le porzioni suggerite per la popolazione italiana corrispondono a 125 g di latte e yogurt, da 1 a 2 porzioni al giorno, 100 g per i formaggi freschi e magri o 50 se stagionati, da 1 a 3 porzioni a settimana. (1)
Riferimenti bibliografici
- http://www.sinu.it/public/20141111_LARN_Porzioni.pdf
- World Cancer Research Fund – American Institute for Cancer Research (WCRF-AICR). Continuous Update Project Expert Report 2018. Diet, nutrition, physical activity and colorectal cancer.
- Aune D, Navarro Rosenblatt DA, Chan DS, et al. Dairy products, calcium, and prostate cancer risk: a systematic review and meta-analysis of cohort studies. Am J Clin Nutr. 2015;101(1):87-117. doi:10.3945/ajcn.113.067157
- Tat D, Kenfield SA, Cowan JE, et al. Milk and other dairy foods in relation to prostate cancer recurrence: Data from the cancer of the prostate strategic urologic research endeavor (CaPSURE™). Prostate. 2018;78(1):32-39. doi:10.1002/pros.23441
- https://www.peta.org/features/got-autism-learn-link-dairy-products-disease/
- Marí-Bauset S, Zazpe I, Mari-Sanchis A, Llopis-González A, Morales-Suárez-Varela M. Evidence of the gluten-free and casein-free diet in autism spectrum disorders: a systematic review. J Child Neurol. 2014;29(12):1718-1727. doi:10.1177/0883073814531330