Diversi dati di letteratura suggeriscono in maniera consistente che, nell’anziano, l’assunzione regolare di alcuni specifici ceppi probiotici può aiutare nella gestione di alcune alterazioni fisiologiche legate all’età, dalla funzione immunitaria al transito intestinale
Vediamo qui di seguito alcuni studi sul ceppo Lactobacillus casei Shirota in alcune disfunzioni comuni nella popolazione generale, scegliendo tra quelle che diventano più rilevanti con l’avanzare dell’età.
Stipsi
Secondi i dati della Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Invecchiamento, la prevalenza di stipsi nell’anziano è del 24%, e significativamente più elevata nelle donne e nei soggetti che assumono un elevato numero di farmaci.
In uno studio tedesco, 70 pazienti con stipsi cronica sono stati randomizzati in doppio cieco a ricevere una bevanda probiotica contenente L. casei Shirota o un uguale volume di una bevanda placebo.
Dopo 4 settimane, nel gruppo in trattamento si è osservata una diminuzione significativa della stipsi moderata e severa (p<0,001) e dell’occorrenza di feci dure e caprine (p<0,011), contro una mancanza di variazioni nel gruppo di controllo.
Al termine dello studio, la frequenza di evacuazione è aumentata a 6 volte a settimana, dopo assunzione del probiotico.
L’assunzione giornaliera di L. casei Shirota può contribuire quindi a ridurre la severità della costipazione, migliorando la consistenza delle feci e la frequenza di evacuazione.
Diarrea da C. difficile (terapie antibiotiche; infezioni nosocomiali)
L’infezione da Clostridium difficile ha assunto negli ultimi anni dimensioni tali, in quanto a incidenza e impatto sui costi sanitari, da essere diventato oggetto di discussione presso il Parlamento Europeo, dove è stato sottolineato anche che la maggior parte dei casi si registra sugli over 65.
Come strategia contro l’infezione, quattro reparti di geriatria in due ospedali della Gran Bretagna hanno rivolto la propria attenzione ai probiotici e hanno scelto di introdurre nella dieta quotidiana di tutti i pazienti una bevanda di latte scremato contenente il ceppo LcS.
L’efficacia è stata controllata misurando gli episodi di diarrea e rilevando le infezioni da C. difficile.
Gli autori hanno osservato che l’introduzione di LcS nell’alimentazione giornaliera di tutti i pazienti anziani, unitamente a strategie di prevenzione delle infezioni, ha contribuito alla riduzione significativa (90%) delle infezioni causate da tale patogeno.
Sistema immunitario: cellule NK
La riduzione senile della risposta immunitaria è alla base della maggiore esposizione degli anziani a rischio di patologie o disfunzioni a carico di diversi organi.
La letteratura su un effetto modulatorio della risposta immunitaria da parte di specifici probiotici è ormai ampia e compete diverse cellule del nostro sistema di difesa.
Il ceppo LcS ha consentito il mantenimento dell’attività delle cellule NK in soggetti anziani, prevenendone così il fisiologico declino.
Questo il risultato di uno studio su soggetti con ridotta attività delle cellule NK, randomizzati a ricevere per 3 settimane una bevanda probiotica contenente il ceppo LcS o una bevanda placebo.
Un analogo studio del 2012 su 30 soggetti anziani, questa volta sani, ha fornito dati altrettanto interessanti: l’assunzione della bevanda fermentata con LcS per 4 settimane è risultata infatti correlata a un incremento significativo sempre dell’attività dei linfociti NK, essenziali nella risposta di prima difesa costituita dall’immunità innata.
Conclusioni
I risultati dei diversi studi illustrati suggeriscono che l’assunzione regolare di specifici ceppi probiotici, in questo caso del ceppo Lactobacillus casei Shirota, nel soggetto anziano può svolgere un’azione modulatoria delle funzioni immunitarie e garantire un corretto transito intestinale.